Fnora abbiamo parlato di tre tipi diversi di Bonsai, il classico Acero, la delicata Azalea Rodocendri e il Bosso. Vediamo ora di tornare sui nostri passi e di approfondire sulle specificità rappresentate da questi speciali alberi in miniatura, queste creature che sembrano sfidare le leggi della fisica e della natura.
Crescono di pochi millimetri al mese, dandoci grandi soddisfazioni, e donando un profondo equilibrio mentale a chi li accudisce e li coltiva, seguendo giorno per giorno gli sviluppi e le evoluzioni contorsionistiche del tozzo tronco e dei corti rami.
Dicevamo che abbiamo parlato di un Bonsai chiamato Acero, o Acer: l’epoca della potatura, secondo i grandi maestri giapponesi, sono la primavera e l’autunno. Disponete questo Bonsai in un luogo che sia soleggiato nelle ore del mattino e create in un vaso di porcellana per Bonsai, un miscuglio, dove ad una parte di sabbia corrispondono tre parti di argilla; rinvasate soltanto a fine inverno e ricordatevi che non necessita di concimazione durante i mesi più caldi dell’anno.
Scegliete un concime che sia a base di fosforo e somministratelo una volta ogni dieci giorni, non più spesso. La defogliazione, importante processo riservato agli esperti, avviene come di consueto per il Bonsai Acer, durante il mese di maggio.
Riguardo al Bonsai di Azalea, gli esperti che mi seguono sapranno bene che occorre potare dopo che la fioritura abbia compeltato il suo ciclo naturale.
Anche questo Bonsai predilige il sole mattutino, quindi potete conservarlo accanto all’Acer, in una posizione che sia soleggiata tra il sorgere del sole il momento che il sole è più alto e perpendicolare al terreno. Dopo una tale esposizione al sole prolungata per alcune ore, il vostro Bonsai non necessiterà più di nulla per tutto il giorno: potete concimare tutto l’anno, senza esagerare, e utilizzando concimi scelti, a lenta cessione minerale. L’ideale per questo Bonsai di Azalea è il terreno con un Ph acido.