I prati fioriti ed i tappeti erbosi fioriti costituiscono una variopinta alternativa ad un tappeto erboso ornamentale puramente erbaceo. Per ottenere un prato fiorito o un tappeto erboso fiorito rigoglioso e variopinto non è tuttavia sufficiente non concimare più e sfalciare solo raramente un prato o un tappeto erboso esistenti e poveri di specie.
Nemmeno la semina di una miscela di sementi ricca di specie sopra un prato od un tappeto erboso esistenti dà i risultati desiderati.
Per creare un nuovo prato o tappeto erboso fiorito il futuro proprietario necessita, nell’anno della semina, di una buona dose di pazienza e di molta immaginazione. Dato che le specie seminate sono molto spesso plurienni a germinazione lenta e non piante erbacee selvatiche annuali, il primo anno mancano i fiori colorati. Se sono presenti fiori si tratta in genere di piante erbacee annuali indesiderate i cui semi erano già presenti nel terreno. Nel primo anno esse dominano la vegetazione. È quindi assolutamente normale che la nuova semina il primo anno abbia un aspetto «catastrofico» per un osservatore poco informato. Ma già il secondo anno la pazienza ed una corretta cura verranno premiate. Le specie prative iniziano chiaramente a svilupparsi e a fiorire. Le malerbe erano già state respinte con una cura adeguata durante l’anno della semina ed il tappeto erboso, ancora lacunoso nel primo anno, diventa progressivamente fitto.
Per evitare errori e delusioni in una nuova semina bisogna osservare i seguenti punti
Scelta del sito
Per la scelta del sito per la semina di un prato fiorito o di un tappeto erboso fiorito ricchi di specie non ci sono sostanzialmente luoghi non adatti e quindi sbagliati. Tuttavia la scelta di un prodotto non adatto al sito o i desideri non realizzabili del cliente comportano sempre delle difficoltà.
Condizioni di luce
In generale i terreni soleggiati garantiscono una maggiore varietà di specie e soprattutto una maggiore abbondanza di fiori selvatici.
I siti ombreggiati sono in genere più ricchi di piante erbacee e in generale presentano un minor numero di specie. Nei terreni fortemente in ombra non sarà possibile ottenere nel lungo periodo un prato fiorito o un tappeto erboso fiorito fitto e ricco di specie. In questi casi è opportuno prendere in considerazione delle alternative.
Presenza di sostanze nutritive
In natura i prati fioriti più ricchi di specie si trovano in siti poveri di sostanze nutritive. Se si desidera seminare un sito ricco di sostanze nutritive è opportuno scegliere un prodotto adatto oppure procedere all’impoverimento del sito. Dove esiste la possibilità lo si può fare raschiando la parte superficiale del terreno, la più ricca di sostanze nutritive, fino ad una profondità di 10–15 cm. In presenza di terreni pesanti, molto argillosi si consiglia di mischiare (fresando e vangando) il terreno con il 50% di sabbia (ca. 10 cm di sabbia per m2) fino ad una profondità di 20–30 cm. Lasciar poi assestare il terreno per ca. 1 settimana e rullarlo una volta ben asciutto. In siti ricchi di sostanze nutritive si può prevedere la prevalenza delle piante erbacee e di singoli fiori selvatici a crescita alta. Le specie a crescita bassa contenute nella miscela vengono invece soffocate.
Semina – Nuova semina
Il giorno giusto per la semina è un fattore essenziale per la buona riuscita di un prato ricco di fiori selvatici. Se il momento giusto è passato (ad es. a causa di un ritardo nei lavori di costruzione, di condizioni atmosferiche sfavorevoli ecc. ecc.) i risultati scadenti della semina che ne conseguono non possono più essere corretti. Riseminare su prati o tappeti erbosi riusciti male significa aumentare i costi e non ottenere comunque più il risultato desiderato. L’opinione spesso prevalente secondo la quale la semina di fiori selvatici riuscirebbe anche in condizioni «selvagge» è errata. Un letto di semina correttamente preparato è in questo caso indispensabile tanto quanto lo è per la creazione di un tappeto erboso ornamentale puramente erbaceo.
Periodo di semina
Il periodo ideale per la semina è la primavera, quando il terreno si è scaldato fino a ca. 8°–10° C (nelle regioni alpine/subalpine più o meno dalla metà di aprile all’inizio di giugno). Un terreno troppo freddo impedisce la germinazione dei fiori selvatici, ma non quella delle malerbe che in questo modo ottengono un indesiderato vantaggio di crescita. La semina estiva va evitata. La siccità comporta infatti una notevole perdita di specie. La semina estiva può avere successo solo se esistono possibilità di irrigazione. La semina autunnale, dalla metà di agosto fino alla metà di settembre, è possibile ma produce in base alle condizioni atmosferiche prati e tappeti erbosi più ricchi di piante erbacee. Ciò comporta una forte concorrenza per i fiori selvatici a crescita più lenta. La semina «dormiente», a partire da metà ottobre, è possibile ma non dà risultati migliori della semina primaverile.
Preparazione del terreno
Distruzione della vegetazione esistente: la vegetazione esistente deve essere il più possibile eliminata raschiando, spruzzando, fresando, stendendo teli neri ecc.
Letto di semina: ben assestato e non troppo finemente granuloso.
Dopo l’ultima lavorazione del terreno (ad es. la fresatura o l‘aggiunta di terra) il terreno deve potersi assestare da 4 a 6 settimane.
Poco prima di effettuare la semina lisciare ancora una volta leggermente il terreno in superficie.
Tecnica di semina
Incrociata: la semina può avvenire manualmente o con una macchina adatta (regolabile con precisione). Per distribuire meglio la semente seminare una volta per il lungo e l’altra per il largo rispetto alla superficie. Rispettare esattamente la quantità di semina indicata.
Far penetrare leggermente: al termine far penetrare leggermente i semi nel terreno. I semi devono penetrare solo leggermente, i fiori
selvatici germogliano prevalentemente alla luce e una penetrazione troppo in profondità ne impedisce la germinazione.
Rullatura: per consentire ai semi un buon contatto con il terreno è anche opportuno rullare e battere la superficie. Se possibile utilizzare un rullo profilato e uno liscio. In questo modo si creano condizioni ottimali per la germinazione.
Irrigazione
Non è necessario irrigare. Se è necessario accelerare il processo di inverdimento o effettuare la semina al di fuori del periodo ottimale, un’irrigazione regolare è indispensabile. In tal caso il terreno deve essere mantenuto umido finché tutti i fiori selvatici non hanno superato lo stadio della germinazione. Un sottile strato di paglia o di canne sminuzzate (ca. 100 g/m2) può essere utile a proteggere la semina dall’essicazione.
Eliminazione delle malerbe
Nell’anno della semina va in genere preventivata una notevole proliferazione di malerbe. Si tratta prevalentemente di malerbe annuali i cui semi erano già presenti nel terreno. Spesso formano rosette togliendo alla nuova semina luce e spazio e ostacolandone lo sviluppo. Per questo è necessario eseguire sfalci delle malerbe (sfalci di pulizia). E‘ consigliabile effettuare il primo taglio di pulizia da 4 a 6 settimane dopo la semina ad una altezza di crescita di ca. 15–20 cm (vedi fotografia). bar072.gifEseguire la falciatura con la falciatrice regolata su 8–10 cm e rimuovere i residui. Non appena la vegetazione è ricresciuta e copre più di 3⁄4 del terreno va eseguito un ulteriore taglio di pulizia. Spesso nell’anno della semina sono necessari più sfalci di pulizia. I germogli dei fiori selvatici non vengono intaccati da questi sfalci. La semina riceve luce e spazio e si combatte in modo duraturo la proliferazione delle malerbe.
La corretta cura del prato fiorito – Sviluppo della vegetazione
La semina di una miscela ricca di specie non porta mai ad un risultato definitivo. Solo con gli anni, attraverso la concorrenza tra le varie specie, si può formare una comunità vegetale stabile, adatta al sito e al tipo di cure.
Frequenza e periodi di sfalcio
Lo sviluppo ed il mantenimento di un prato fiorito dipendono dagli sfalci. Tuttavia la frequenza ed i periodi di sfalcio non devono essere statici.
E’ necessario reagire in base allo sviluppo della vegetazione. Il primo sfalcio è necessario verso la fine di giugno-primi di luglio, quando la vegetazione ha raggiunto un’altezza adeguata. Un secondo (terzo) sfalcio può essere eseguito alla fine di agosto fino alla metà di settembre, quando il prato è nuovamente cresciuto. In siti a crescita rapida, ricchi di sostanze nutritive gli sfalci devono essere più frequenti. Periodicamente è consigliato anche l’utilizzo di un arieggiatore per mantenere pulito il prato.
Altezza di taglio
Si è dimostrata utile un’altezza di taglio di 6–8 cm. La costante asportazione del verde tagliato comporta nel medio periodo un riduzione del numero di specie. Solo l’essicazione con voltate sul terreno consente la produzione di semi e di conseguenza la rigenerazione di specie di fiori selvatici non resistenti. Il prato fiorito non sopporta la pacciamatura perché tende a soffocare le specie a crescita bassa con scarsa forza concorrenziale.
Irrigazione
Il prato fiorito non deve essere irrigato nemmeno durante periodi di siccità prolungata. Le eventuali lacune che si formano creano spazio per nuovi germogli.
Gestione delle malerbe presenti nella vegetazione
Contro le erbe problematiche come romice alpino e i cardi di campo l‘unico intervento efficace è estirparle. La «decapitazione» delle infiorescenze prima della fioritura evita quantomeno un’ulteriore diffusione delle specie indesiderate.
La corretta cura del tappeto erboso naturale – Sviluppo della vegetazione
Frequenza e periodi di sfalcio
Un primo taglio relativamente ritardato dà ai fiori selvatici il tempo di svilupparsi, di fiorire e di formare sostanze di riserva ed eventualmente semi. La frequenza di sfalcio può essere adeguata alle esigenze e quindi variare fortemente. Sfalci frequenti favoriscono le piante erbacee e il trifoglio bianco. Una minore frequenza ha invece effetti positivi sulla quantità di fiori selvatici.
Gestione delle malerbe presenti nella vegetazione
Se il trifoglio bianco in grandi quantità è considerato di disturbo è possibile aumentare la forza concorrenziale delle piante erbacee attraverso la concimazione. In tal modo il trifoglio bianco viene soffocato ma diminuisce anche la quota di fiori selvatici.